E’ ormai sotto gli occhi di tutti il fatto che la tecnologia stia pervadendo ogni ambito della nostra società. Dal mondo del lavoro per arrivare a quello della salute, l’innovazione tecnologica sta prendendo sempre più piede e il trend non sembra subire variazioni.

La stessa sorte spetta anche all’ambito legale. Difatti, negli ultimi tempi, la legge sfrutta i vantaggi offerti dalla tecnologia per migliorare sé stessa e il proprio campo di applicazione.

Quindi, per capire questo legame, è giusto approfondire i modi in cui la legge si serve dell’innovazione tecnologica.

Come la legge sfrutta la tecnologia

La maggior parte di noi è portato ad associare il “diritto” con qualcosa di vecchio e in alcuni casi noioso, non incline ad aggiornarsi. Spesso ci vengono in mente quei libri enormi, riempiti completamente da leggi e parole complicate. Questo pensiero non è del tutto sbagliato, ma è anche vero che il diritto è particolarmente attento alle innovazioni tecnologiche.

Il termine “lawtech” sembra proprio confermare ciò. Con questo termine si indica l’introduzione della tecnologia all’interno degli studi legali. Da tempo gli avvocati sentono la necessità di innovare il proprio lavoro in modo da renderlo più efficiente.

Nel 2006, il professore Mark Lemley, durante il suo periodo come insegnante di legge agli alunni di Stanford riuscì a creare un software dal nome Lex Machina, in grado di analizzare le serie storiche di migliaia di casi giudiziari e fornire agli avvocati un’idea sulla migliore strada processuale da intraprendere.

Avere una buona conoscenza della tecnologia e dei suoi ambienti è un requisito indispensabile per avere protezione sia nella realtà che in Internet.

Tutti noi, come privati cittadini, possiamo trarre grandi profitti dall’unione tra il diritto e l’hi-tech, poiché l’innovazione tecnologica ci consente di avere prove e mezzi per difenderci da raggiri, truffe e inganni che purtroppo possono capitare ad ognuno di noi.

Dall’altro lato, un imprenditore potrebbe dover proteggere il proprio brand nel mondo online, su Google, Amazon e Facebook, ed è utile conoscere non solo i meccanismi che regolano queste piattaforme, ma anche come la legge prevede la tutela del patrimonio aziendale, come spiegato in questo articolo.

In questi circuiti abbiamo una protezione del marchio, infatti, che esula da quella esterna, ma che non è assolutamente forte come potrebbe essere una registrazione perfettamente legale presso l’UIBM.

Una tecnologia funzionale

Sempre la Stanford University, memore dell’eredità lasciata da Mark Lemley, ha istituito il centro CodeX-The Stanford Center for Legal Informatics, avente lo scopo di innovare l’intero sistema giuridico e i suoi lunghi processi.

Una tecnologia che si applica non solo agli studi legali, ma piuttosto al mondo giuridico inteso nella sua totalità.

Le tecnologie giuridiche sviluppate aiutano:

  • I cittadini nel trovare, interpretare e conformarsi alla legge in modo tale da evitare inconvenienti di ogni genere. Un accesso facilitato a questi software anche da parte delle persone comuni potrebbe aiutare loro a scoprire alcuni aspetti delle diverse leggi di cui non erano a conoscenza.
  • I corpi legislativi, nello svolgere un’accurata analisi delle leggi proposte. Ad esempio, attraverso queste tecnologie, i governi potranno esaminare ancora di più nel dettaglio i decreti legge in relazione a fattori come i costi, le incoerenze e le sovrapposizioni con altre leggi già esistenti.

Alcuni esempi

Come abbiamo visto, quindi, queste innovazioni tecnologiche applicate nel mondo giuridico mirano ad innalzare l’efficienza ed efficacia dell’intero iter processuale.

CaseCrunch, ad esempio, è una startup inglese che ha messo a punto una macchina capace di risolvere delle controversie legali in completa autonomia. I dati mostrano che il software inglese ha un grado di accuratezza del 86.6% comparato al 62.3% degli avvocati. Ciò significa, in linea generale, che utilizzando CaseCrunch si ha maggiori possibilità di vincere una causa legale rispetto che rivolgendosi ad un legale.

Per smaltire l’enorme quantità di documenti, probabilmente presente negli studi legali di grandi dimensioni, l’azienda inglese iManage ha introdotto il software Ravn. Questa forma di intelligenza artificiale serve ad organizzare i documenti secondo una logica scelta da chi la utilizza. Una tecnologia utilizzata anche per dirimere i casi legali di aziende del calibro di Sky e Bloomberg.

Conclusioni

Il connubio tra legge e tecnologia si fa sempre più complesso ed esteso. Da un lato, la tecnologia e soprattutto Internet si è dovuta piegare alle logiche del diritto per far nascere una regolamentazione adeguata. Dall’altro, la legge si è appropriata delle innovazioni tecnologiche per affinare le sue capacità nel gestire ogni aspetto della legalità.