Tutto quello che c’è da sapere per prolungare l’effetto dell’antivegetativo della vostra barca.

Chi ha una barca conosce benissimo la grande manutenzione che questa richiede. Tra i vari trattamenti necessari per un’imbarcazione c’è, al primo posto, l’antivegetativo. Vediamo dunque di cosa si tratta, con particolare riferimento a come prolungarne l’effetto in modo del tutto naturale.

Antivegetativo per la barca: a cosa serve

La prima cosa da specificare è proprio l’argomento. Per chi non lo sapesse, l’antivegetativo è un trattamento speciale che viene applicato sull’imbarcazione, e in special modo sullo scafo. Si parla dunque della porzione della barca che viene immersa in acqua, e come si intuisce dal nome stesso, impedisce il proliferare di sostanze che a lungo andare possono letteralmente corrodere la carena.
Non si tratta solo di una questione estetica, anche se i marinai appassionati sanno benissimo quanto si possa tenere alla propria barca.
L’antivegetativo ha innanzitutto un effetto ‘idrodinamico‘. La barca cioè avrà delle prestazioni maggiori se non ci saranno attaccate delle zavorre sullo scafo.
Questo è fondamentale per chi gareggia, ed ha un impatto sui costi del carburante per chi compie spesso traversate. Più attrito c’è infatti con l’acqua, più piano andrà la barca e più consumerà.
Prolungare l’antivegetativo in modo naturale poi rappresenta un metodo ancor più efficace per rendere non solo l’imbarcazione più performante, ma anche per fare del bene all’ambiente.
Molte aziende, come la Ecosphere, hanno compreso l’importanza dell’utilizzo di prodotti naturali, e producono ad esempio in questo senso, delle polveri ‘nanoparticellari‘ con effetto antimuffa ed antifermentativo.

Prolungare antivegetativo in modo naturale: come fare

Per capire l’importanza di un antivegetativo, si deve pensare alla propria imbarcazione come ad un sistema che assorbe acqua, quando non viene appunto protetta. Si tratta di una semplice reazione di osmosi, in base alla quale la carena assorbe il liquido nel quale è immerso. Tutto questo può essere evitato appunto con l’antivegetativo della flora e della fauna marina.
Tuttavia, i classici prodotti non solo non durano in eterno, ma inquinano. Non dovrebbero pertanto essere impiegati spesso. Il risultato però è che in questo modo l’antivegetativo non avrebbe vita lunga.
Come fare allora? Proprio prolungando l’antivegetativo il più possibile, ma in modo naturale.
È il caso dell’impiego degli ultrasuoni ad esempio o delle microparticelle citate in precedenza. Utilizzando questa nuova tecnologia, non solo si rende l’antivegetativo più duraturo, ma si evita l’utilizzo di vernici sempre più aggressive e sempre meno ecosostenibili e biodegradabili. Ancora più innovativo però, si è rivelato l’uso degli additivi in polvere a base di sali ionizzati.
Vediamo di cosa si tratta.

Additivi con sali ionizzati: la nuova frontiera dell’antivegetativo

L’uso delle nanoparticelle si sta rivelando determinante per il settore della pulizia e della sanificazione.
Non fa eccezione la nautica, settore in cui le nanoparticelle possono realmente prolungare la vita dell’antivegetativo della barca, e quindi dell’imbarcazione stessa.
Come funziona questa tecnologia, usata tra l’altro proprio dalla pioniera ‘Ecosphere’.?
Si tratta di un semplice additivo realizzato con sali ionizzati di diorite e tormalina ai quali viene aggiunto Titanio sotto forma di biossido.
Queste sostanze vengono trattate fino ad ottenere delle molecole talmente sottili da potersi letteralmente integrare nell’antivegetatvo stesso.
Ecco come riescono a prolungarne l’effetto e la durata, aggiungendosi ad esso e dotandolo di effetti maggiori e più longevi.
Quando si tratta una carena o uno scafo con queste sostanze, la barca viene praticamente dotata di uno strato protettivo non solo dalla muffa e dalla vegetazione, ma anche dai batteri, che a loro volta generano muffe.
L’aspetto ancora più innovativo di questi prodotti è che gli ioni vengono attivati dall’acqua stessa.
Il risultato geniale è che questi prodotti sfruttano a proprio vantaggio proprio l’elemento che invece combattono.